Tunisia. Rischi e contraddizioni di una rivoluzione incompiuta: dal ritorno del velo al debito pubblico, fino ai prestiti del Golfo

“Io voglio continuare a dissociarmi dal potere, noi blogger, siamo liberi e abbiamo rifiutato di unirci in un’associazione”. Lina Ben Mhenni, una delle protagoniste della prima rivoluzione della storia compiuta al computer, non crede nei metodi dei partiti che ‘passano tutto il tempo in riunioni e conferenze’, lei deve continuare il suo lavoro perché, dice: “Il lavoro di un blogger non si ferma mai!”.

Speciale Egitto/Wael Abbas “intervista” Hisham Qandil

Il blogger Wael Abbas riporta il testo di un’intervista al primo ministro egiziano realizzata dai redattori della CNN. Le parole di Qandil mostrano il modus pensandi della Fratellanza, e rivelano le logiche che determinano la strategia nazionale del partito al governo.

Sahara Occidentale. “Presto un nuovo Gdeim Izik”

“La mia libertà arriverà solo quando i saharawi riusciranno a recuperare ciò che gli è stato sottratto in modo crudele e autoritario. Nonostante gli arresti e le condanne, la lotta pacifica per l’autodeterminazione non si fermerà”. Parla l’attivista Abdrahman Zayou, detenuto nelle carceri marocchine e tornato in libertà dopo il processo agli organizzatori del ‘campo della dignità’.

Palestina-Italia: ecco perché bisogna boicottare la SodaStream

Forti del successo ottenuto dalla campagna Stop Agrexco (il maggiore esportatore di prodotti agricoli coltivati nella Valle del Giordano, nei territori Territori Palestinesi Occupati) che ha contribuito al fallimento della ditta, lo scorso dicembre attivisti per i diritti dei palestinesi hanno iniziato una nuova campagna di Bds (Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni) contro la ditta israeliana SodaStream, produttrice di gasatori per l’acqua di rubinetto, spacciati per prodotti “eco-chic”.

Palestina: i successi della conferenza BDS negli Usa

“Fra 15-20 anni, la gente ricorderà ancora questa conferenza, come un momento storico del movimento per il boicottaggio di Israele. E ci sarà chi si rammaricherà per non esserci stato”. Queste le parole con cui la giornalista Helena Cobban ha descritto la conferenza nazionale statunitense per la campagna di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS).

Marocco. Quando l’istruzione è un “problema politico”

“Non si può costruire un paese senza educazione”. Disimpegno istituzionale, carenza di infrastrutture e privatizzazione dell’insegnamento sono i sintomi di un “sistema in fallimento”. Ce ne parla Nabil Belkabir, membro dell’Unione degli Studenti per il cambiamento.

Libano. Qana, il massacro dimenticato

La memoria è un esercizio di fondamentale importanza solo quando non si limita a ricordare gli eventi in modo parziale, altrimenti diviene mistificazione della realtà. La testimonianza di una bambina di appena sei anni.

Lettera dalle carceri marocchine. Parla il detenuto n. 7000096

Ezedine Erroussi, studente all’università di Taza, è in carcere dal 1° dicembre scorso. Da oltre tre mesi ha avviato uno sciopero della fame per protestare contro la sentenza di condanna (5 mesi per appartenenza ad un gruppo illegale) e per denunciare gli abusi subiti al momento dell’arresto. “Sono poco più di un cadavere disteso giorno e notte”, fa sapere il ragazzo nel corso di una lettera-choc in cui testimonia le violenze della “nuova era democratica”.

Forum Sociale della Mesopotamia: nel Kurdistan del Nord per parlare di acqua e diritti

di Valentina QuaresimaTra pochi giorni, ad Amed (Diyarbakır, in turco), si aprirà la seconda “edizione” del Forum Sociale della Mesopotamia (www.msf.web.tr). Dal 20 al 25 settembre, il capoluogo del Kurdistan del Nord* diventerà crocevia di incontri e di scambi per attivisti, militanti ed esponenti della società civile provenienti da diverse parti del mondo.

Ben Gurion: l’ostacolo insormontabile

Di Elisabetta DiniNella primavera di quest’anno ho partecipato ai corsi di formazione dello SCI (Servizio Civile Internazionale) grazie ai quali sarei potuta andare a fare un campo di lavoro ad Hebron, in Palestina con l’associazione IPYL (International Palestinian Youth League).Il campo di lavoro sarebbe durato 15 giorni, era composto da 15 “internazionali” tra cui altri due ragazzi italiani oltre a me, poi sarei rimasta altri 20 giorni in più per farmi un giro tra le altre associazioni che lavorano in Palestina, incontrare persone, ascoltare i loro racconti, renderli parte di un progetto di ricerca che si sarebbe dovuto trasformare nella mia tesi di laurea magistrale.

Impostazioni privacy