L'F-35 viene sviluppato all’interno di un progetto internazionale guidato dalla statunitense Lockheed Martin al quale partecipano Gran Bretagna, Italia, Olanda, Australia, Canada, Norvegia, Danimarca, Turchia, Israele e Giappone. Il progetto prevede la realizzazione di 2.443 esemplari per un costo di circa 396 miliardi di dollari.
La spesa del governo iracheno per ricostruire l’arsenale militare del paese è destinata ad aumentare. E mentre gli Stati Uniti rallentano le loro forniture, Baghdad si rivolge a nuovi interlocutori: Russia e Repubblica Ceca, per esempio. Con un occhio ad un Kurdistan sempre più incandescente.
Contractors insieme a soldati e funzionari dell'esercito americano, tutti sotto lo stesso tetto. Succede in Afghanistan, in una base di 10 acri (circa 4 ettari) alla periferia di Kabul, non lontana dall'aeroporto internazionale, e ribattezzata “Camp Integrity”.
Nel 2012, oltre 60 soldati stranieri sono stati uccisi dai loro “alleati” delle forze di sicurezza afghane, in attacchi interni noti col nome di “green on blue”. Ma per il giornalista e responsabile dell’Associazione blogger afghani, Nasim Fekrat, l'origine di questo fenomeno è proprio la NATO.
La morte di nove ragazzine avvenuta ieri nei pressi del villaggio di Dawlatzai ha riportato l'attenzione del mondo sulla piaga delle mine antiuomo in Afghanistan. Oggi come ieri, a farne le spese sono soprattutto i civili innocenti.
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite chiede a Israele di aprire i suoi impianti nucleari alle ispezioni dell'AIEA. Non è la prima volta che si indaga sull'arsenale di Tel Aviv, che ufficialmente non esiste. Una (non)segretezza protetta da anni.
158 vittime, di cui 33 bambini. Quasi 1.300 feriti, 298 case distrutte. I danni all'agricoltura e alla pesca si stimano in oltre 50 milioni di dollari, le condizioni sanitarie sono critiche: sono questi i risultati di Pillar of Cloud.
Detenuti al Cento di accoglienza e orientamento di Ouardhya per 9 giorni tra la fine di agosto e i primi di settembre, un gruppo di migranti si ritrova espul
La morte del 53esimo soldato italiano ha riacceso i riflettori su una guerra passata in secondo piano e, complice il processo di semplificazione mass-mediatico, presentata come in fase di conclusione. Almeno per quanto riguarda le truppe straniere.