Riportiamo la testimonianza del 25°giorno dell’operazione Bordo Protettivo della cooperante italiana Meri Calvelli. Intato, il commissario dell’UNRWA della Striscia di Gaza accusa:”Necessaria una tregua immediata, ma non abbastanza. E’ l’assedio illegale di Gaza che deve cessare”.

 

 

 

Tregua di 72 ore, accettata sia da Israele che dalle fazioni palestinesi.  Nei confini pero’ non ci si puo’ avvicinare, i carriarmati tirano su tutto.

Le gente sfollata dalle case da oltre 2 settimane, quindi non potrà avvicinarsi per vedere com’é la situazione. Intanto in alcune di queste tre zone, quelle maggiormente distrutte dai bombardamenti, Beit Hannun al Nord, Shajaya al centro est e Kuzaa al sud non si puo’ entrare in profondità e quindi ancora non si può scavare sotto le macerie, dove si calcolano seppellite ancora decine di vittime causate dalle tragiche notti degli attacchi distruttivi.

L’odore di morte purtroppo si dirama nelle varie aree della città; per il momento però l’esercito vieta categoricamente di avvicinarsi. 

Sul lato mare invece, i pescatori hanno ripreso a lavorare, per cercare di guadagnare qualcosa da mangiare per le famiglie. Il lungo mare pullula di persone, ormai senza casa e impossibilitate a fare qualsiasi cosa.

Ognuno sicuramente respira un attimo dopo tante ore e giorni di chiusura dentro i posti di fortuna che hanno trovato per la protezione della famiglia rimasta in vita.

Queste ore saranno decisive per verificare la possibilità di una tregua di lunga durata, per ribadire la necessità di un cessate il fuoco che comporti la imposizione della fine dei bombardamenti, l’apertura delle frontiere della striscia di Gaza e la fine dell’embargo per gli abitanti.

Queste le condizioni minime richieste dai palestinesi, e che dovrebbero essere necessariamente imposte anche a livello internazionale attraverso uno stop definitivo ad Israele sul controllo e l’occupazione delle aree palestinesi tutte.

La situazione umanitaria ridotta ad una semi-catastrofe, con oltre 250.000 sfollati, 11.000 case totalmente distrutte dovrà essere affrontata velocemente prima che sia troppo tardi; epidemie e disperazione sono sul limite della sopportazione umana.

1373 vittime palestinesi di cui 852 civili di cui 252 bambini e 181 donne.

59 israeliani uccisi di cui 56 soldati, due civili israeliani e 1 civile di nazionalità thailandese.

137 scuole danneggiate.

1.800.000 persone hanno accesso limitato ai servizi igienico-sanitari e all’acqua.

303.000 bambini hanno necessità di supporto psicologico immediato.

 

*Meri Calvelli è un’attivista e cooperante italiana, che opera da anni all’interno della Striscia di Gaza. Questa testimonianza è parte di una serie di aggiornamenti che sta inviando quotidianamente in Italia.

August 01, 2014di: Meri Calvelli*Israele,Palestina,

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *