“Siamo prima fuggiti dalle nostre case e poi rimasti bloccati sulle montagne. In qualche modo siamo riusciti ad arrivare in Siria [...] Farhat non lo sentivo da tanto tempo. Ma quella notte mi ha chiamato.”
Nel campo costruito da Farhat a Zonan City, lussuoso complesso residenziale di sua proprieta a Dohuk, vivono 790 persone. Si tratta di iracheni fuggiti da Sinjar lo scorso agosto che stanno ricevendo il prezioso sostegno da una sola persona.
Che per loro ha messo a disposizione tende, elettricità, acqua e paga per il cibo, i trasporti, le cure mediche. Questa persona è Farhat, ricchissimo uomo d'affari che 40 anni fa si trovava nella stessa condizione di sfollato, costretto a scappare anch'egli da Sinjar.
Allora, nel 1974, le divisioni e le violenze erano la conseguenza di lotte di potere all'interno del Ba'ath, partito che qualche anno prima aveva occupato tutti gli apparati dello Stato.
Al suo interno, i Tikriti, il clan di militari che facevano capo a Saddam Hussein, proseguivano nell'opera di spodestamento del generale capo Ahmad Hasan al-Bakr.
Oggi l'origine della fuga di centinaia di migliaia di persone si chiama Daesh , o Stato Islamico, e tutto ciò che ha provocato la sua crescita.
Nella sola regione del Kurdistan, i 17 campi per sfollati attualmente operativi non sono sufficienti per accogliere oltre 900mila persone. Sono tanti, troppi dunque coloro che vivono in insediamenti informali oppure in edifici abbandonati o incompleti. E non è solo grazie al sostegno ricevuto da Nazioni Unite, Governo e Ong che riescono a vivere con un minimo di dignità.
A Zozan City, al contrario, 790 persone hanno incontrato la generosità di Farhat.
Nonostante il fango, il freddo e condizioni di vita che rimangono comunque "da campo", “qui, Mr. Farhat ci offre tutto: dalla colazione alla cena, dalla benzina per la macchina per gli spostamenti alle tende. A volte ci ha fatto anche divertire invitando dei cantanti, e organizza feste per i compleanni dei bambini”, racconta il più anziano del campo.
Che qui vi mostriamo nelle immagini di Salam Saloo, operatore di Un ponte per... , fotografo e attivista della Yazidi Solidarity and Fraternity League, associazione di solidarietà irachena.
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