Un fotoreporter romano va a Gaza. E racconta in 22 storie una Striscia poco conosciuta, ma dal volto umano.
Dalle lezioni teoriche di fotografia e videomaking nella storica università Al Aqsa alle lezioni pratiche nei campi profughi della città tra improvvisate partite di calcio tra fotografi e abitanti del campo. Il traffico, le decine di tè offerti ai pochi stranieri presenti nella Striscia, il rumore dei caccia che volano a bassa quota durante il giorno o le cannonate provenienti dal mare la notte.
Ventidue racconti, ventisei fotografie che raccontano una Gaza poco conosciuta, ma dal volto umano. Questo il libro “Befilmaker a Gaza” del filmaker e fotoreporter romano Valerio Nicolosi, edito dall'Associazione Nazionale Filmaker e Videomaker Italiani.
Testo e foto accompagnano in una narrazione che nasce come un diario ma che a tratti diventa riflessione sul concetto di bellezza, sull'etica del filmaker e del fotoreporter e sul rapporto tra chi si trova davanti alla camera e chi si trova dietro, perché è soprattutto in questi luoghi che bisogna domandarsi cosa si sta riprendendo e come lo si sta facendo.
Il volume rientra in un più ampio progetto e serve a finanziare l'organizzazione di un corso di videomaking della durata di un mese che si svolgerà presso l'università Al Aqsa di Gaza.