Era destinato a diventare il ‘convegno della discordia’, quello previsto per oggi in Campidoglio e che aveva in agenda come ospite il cosiddetto “signore della guerra” Mohammed Mohaqiq. Le proteste, infatti, non si sono fatte attendere, attraverso una mobilitazione e duri comunicati soprattutto da parte del CISDA, il Coordinamento italiano a sostegno delle donne afghane.
di Anna Toro
Poi ieri la notizia, annunciata proprio da colui che il convegno l’aveva indetto, il consigliere delegato per il continente Asia Romulo Sabio Salvador: l’incontro, che si sarebbe dovuto intitolare “L’Afghanistan nel 1391 – Quale futuro dopo il ritiro della Nato nel 2014”, è stato annullato.
Secondo molte associazioni impegnate per i diritti umani, Mohaqiq si sarebbe macchiato di veri e propri crimini contro l’umanità.
Leader del movimento fondamentalista di Hezb-e-Wahdat, divenne uno dei più sanguinari comandanti durante la guerra fazionale del 1992-1996, insieme a Abdul Ali Mazari e Muhammad Karim Khalili.
Dopo la caduta dei talebani nel 2001, fu nominato vicepresidente del governo ad interim e ministro per la Pianificazione urbanistica.
Scrive il Cisda nel suo comunicato: “Durante la Loya Jirga (la grande assemblea del popolo afghano, n.d.r.) del 2002, il suo partito fu tra i più violenti nell’usare minacce e intimidazioni contro gli altri delegati, contribuendo a vanificare quel processo che molti speravano potesse finalmente togliere potere ai signori della guerra e mettere il destino dell’Afghanistan nelle mani della società civile”.
Ripercorrendo la sua biografia, il Cisda parla di incursioni ai danni della popolazione civile delle campagne, con annessi saccheggi, pestaggi, assassinii e stupri.
L’ong cita un report dal titolo “Blood Stained Hands” redatto nel 2005 dall’organizzazione Human Rights Watch, in cui si afferma che “nel 2007, Mohaqiq fu uno dei principali artefici della famigerata legge sull’amnistia, subito condannata dall’ONU, varata dal governo Karzai in difesa dei signori della guerra che si erano macchiati di crimini contro l’umanità durante la guerra civile 1992-1996. Inoltre è fra i fautori di una retriva legge contro le donne, che autorizza legalmente lo stupro e la violenza all’interno del matrimonio”.
Ma cosa sarebbe dovuto venire a fare in Italia Mohammed Mohaqiq?
A quanto pare non lo sa nessuno: il Cisda afferma che l’occasione sarebbe stata la commemorazione annuale della morte di Mazari, altro “sanguinario signore della guerra”; politici italiani, invece, si rimpallano le responsabilità.
Se il consigliere del Pdl Domenico Naccari, afferma che il leader di Hezb-e-Wahdat avrebbe “fatto richiesta di incontrare i membri della commissione esteri della Camera”, il deputato del Pd e membro della commissione esteri della Camera Jean-Leonard Touadi ha subito ribattuto: “Mohammed Mohaqiq non avrà alcun incontro né con il sottoscritto e né con la commissione esteri della Camera. E’ di tutta evidenza che questo signore non può e non deve essere un interlocutore”.
Anche i due senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, invitati al convegno, avevano protestato contro la presenza di Mohaqiq, mentre secondo quanto riportato dall’Ansa il Campidoglio aveva precisato che il sindaco Gianni Alemanno “anche lui invitato a partecipare, non ha mai avuto in agenda tale appuntamento”.
Intanto il partito di Mohaqiq ha immediatamente pubblicato sul suo sito un durissimo comunicato che accusa le militanti di Rawa (l’organizzazione politica di donne afghane a cui fa riferimento anche il Cisda) di discriminazioni etniche nei confronti dell’Hezb-e-Wahdat, additandole come le responsabili di quanto avvenuto.
March 16, 2012
organizzazione politica di donne afghane a cui fa riferimento anche il Cisda) di discriminazioni etniche nei confronti dell
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