Nonostante guadagnino in media qualche centinaio di dollari al mese, i futuri sposi afghani ne sborsano decine di migliaia in gioielli, abiti e riti nuziali tradizionali. Afghanistan Today racconta come si svolge un matrimonio-tipo.
di Waheed Orya* – traduzione a cura di Anna Toro
Oltre 700 ospiti, nei loro abiti più belli, siedono al buio nella sala delle nozze.
Un faretto solitario illumina una porta da cui fanno la loro comparsa la sposa e lo sposo. L’unico suono proviene dalla voce di un cantante, che esegue “Cammina Lentamente” (Aheesta Boro), un canto matrimoniale locale.
Tutti gli occhi, nel locale, sono puntati sulla coppia che scende lentamente le scale. Si fermano, lo sposo solleva il velo dal viso della sposa, le mette un anello al dito ed entrambi rimangono l’uno di fronte all’altra in piedi, assorbiti dal momento.
Oltre al suo abito bianco, la giovane donne indossa una collana, degli orecchini, un anello, una corona, un braccialetto e una cintura, tutti in oro. L’occasione ha riunito le due famiglie, piene di orgoglio per l’unione dei propri ragazzi.
Ma dietro tutta questa gioia, si nasconde un punto dolente.
Lo sposo si chiama Kareem e, intervistato da Afghanistan Today tre giorni dopo il grande evento, spiega che il suo stipendio è di circa 500 dollari al mese, e confessa di aver speso per il matrimonio tutto quello che aveva. Ha venduto due case ereditate da suo padre e, per coprire tutte le spese, ha dovuto usare altri 10 mila dollari che aveva messo da parte.
Un affare costoso
“Molti afghani credono che più denaro viene speso per il matrimonio delle loro figlie, più le ragazze vengono considerate pregiate” spiega Kareem. Stima che gli ci vorranno almeno dieci anni per rimettersi di nuovo in piedi finanziariamente.
E aggiunge che per i giovani afghani il corteggiamento può essere costoso quasi quanto la cerimonia di nozze.
Ci sono infatti almeno cinque ricevimenti tradizionali a cui lo sposo deve far fronte prima e dopo il grande giorno: la festa in abito, la festa per l’approvazione dell’abito, un’altra in cui lo sposo porta dei dolci alla sposa, la cerimonia dell’henné (in cui la sposa e le donne delle due famiglie decorano mani e piedi con l’henné, giocano e scherzano con la coppia, ndr.), il matrimonio vero e proprio, e il ricevimento che si svolge dopo le nozze.
Così, i conti salgono alle stelle.
Kareem ha acquistato tre abiti da cerimonia per la fidanzata: uno per la festa dell’henné, uno per il ricevimento di nozze e uno per la festa finale. In tutto, gli sono costati 4.000 dollari, pari a 8 mesi di stipendio (…).
“Le famiglie ricche comprano abiti bianchi anche per più di 2.000 dollari”, dice Abdul Moneer, che possiede un negozio di abiti da cerimonia a Mazar-e Sharif. E poi c’è la gioielleria.
Migliaia di dollari in gioielli, dote e abiti
“Il giorno dopo aver acquistato gli abiti, sono andato a comprare i gioielli con mia madre e la famiglia della mia fidanzata”, dice Kareem. “(…) Ho sborsato 20 mila dollari quel giorno: dopo lo shopping ho invitato tutti a pranzo, e ho notato che mi erano rimasti solo i soldi per mangiare”.
Shafi Hashimi, gioielliere al mercato di Mazar-e-Sharif, spiega perché i matrimoni alimentano il suo business. “Per la festa di approvazione dell’abito le famiglie spesso comprano un paio di orecchini e un paio di braccialetti, il cui prezzo va dai 400 a 2.000 dollari” dice, aggiungendo che di solito effettuano ulteriori acquisti per la sposa e per la sua famiglia anche per tutti gli altri ricevimenti che si tengono prima delle nozze (…).
Nel complesso, il matrimonio ha fatto sborsare al giovane sposo più di 50 mila dollari.
La sala delle nozze Almas, locale di gala di Mazar-e Sharif, dove Kareem si è sposato, dispone di due spazi in affitto, ciascuno dei quali può ospitare 2.000 persone. L’arredamento sontuoso, il personale professionale, gli ampi parcheggi e l’ambiente lucido e scintillante lo distinguono da altre location: ogni futuro sposo afghano, infatti, aspira a sposarsi lì (…).
Se vogliono sposarsi e soddisfare le aspettative della famiglia della sposa, i giovani afghani devono trovare il modo di affrontare questi costi esorbitanti.
Come spiega Kareema, la cui figlia è fidanzata da più di un anno. “Ieri la famiglia dello sposo è venuta a parlare con me del matrimonio” racconta. “Ho detto loro che ancora non hanno pagato i primi 75.000 afgani (1.420 dollari) della dote e che devono prima pagare quelli. Ho anche detto loro che voglio comprare i gioielli senza doverli prima consultare”.
“Il matrimonio di mia figlia dovrebbe tenersi nella migliore sala da matrimonio, e deve essere servito il cibo più buono. Gli ospiti che devo invitare sono 600, tra membri della famiglia e amici”, ha sottolineato.
Alla festa in abito – una sorta di consultazione iniziale tra le due famiglie – la madre della sposa ha preparato un elenco di richieste e da presentare ai parenti dello sposo, che per la dote totale dovranno pagare 200 mila afgani (3.800 dollari), più i gioielli e le spese di nozze. “Ho detto loro che, se si possono permettere tutto questo, possiamo tenere il matrimonio anche oggi. Non c’è bisogno di aspettare”, ha aggiunto Kareema.
Soluzione comune?
L’aumento dei costi del matrimonio ha portato molti futuri sposi a cercare nuove soluzioni. Due anni fa, a Mazar-e-Sharif, 50 coppie si sono sposate in una sorta di matrimonio collettivo, con l’incoraggiamento di Sayeed Haidar Hashimi, studioso musulmano, e il sostegno finanziario del Comitato di donazione Khomeini.
L’anno scorso si è tenuta un’altra cerimonia simile con lo stesso numero di coppie, con il supporto finanziario di Ahmad Shah Ramazan, un membro del Parlamento nazionale della provincia di Balkh.
Ma, nonostante la logica della ripartizione dei costi, queste cerimonie rimangono comunque impopolari.
“Anche quest’anno abbiamo cercato di lanciare i matrimoni collettivi, con il sostegno di uomini d’affari afghani e delle autorità locali. Ma nessuno ha espresso la disponibilità a partecipare. Non vogliono soprattutto a causa delle tradizioni, e per non essere guardati dall’alto in basso” spiega Qazi Muhammad Saamay, direttore regionale della Commissione indipendente afghana per i diritti umani (AIHRC).
L’AIHRC ha anche tenuto una riunione con gli Ulema (il Consiglio dei saggi musulmani) in cui si è deciso che le costose colazioni nelle sale per matrimoni dovrebbero essere vietate. Ai clienti – hanno decretato – devono essere serviti solo latte, torte e biscotti.
Peccato che i proprietari delle sale li abbiano poi sostituiti con il pesce. In poco tempo, il rinfresco è tornato ad essere sontuoso come prima.
Misure disperate
Il prezzo dei matrimoni sta spingendo molti uomini innamorati a rivolgersi fuori dai confini. Abdul Roozee, un contadino del distretto di Shoortaypa, è stato fidanzato per otto mesi. La famiglia della sposa gli ha chiesto una dote di 40 mila dollari, e Roozee ha pensato di andare all’estero per fare fortuna.
“Un amico di famiglia mi ha chiamato e mi ha invitato ad andare in Iran, dove avrei avuto un lavoro dignitoso e ben pagato. Ho preso il passaporto e sono partito”, racconta Roozee, a cui però quattro mesi fa è stato negato il visto alla frontiera.
Roozee, che spera ancora di riuscire nella sua impresa, descrive la situazione nella sua zona e le ragazze in termini di compravendita.
“Nel nostro paese, le ragazze sono vendute per una somma che va dai 500 agli 8.000 dollari. I loro prezzi dipendono anche dalla reputazione dei tappeti che hanno tessuto”, dice, riferendosi alle loro capacità che, specie per quanto riguarda l’artigianato, possono determinare il valore di una ragazza come sposa.
*Per leggere l’articolo originale, pubblicato su Afghanistan Today, clicca qui
(In foto: L’Almas Hall di Mazar-e Sharif – Foto di Waheed Orya, Afghanistan Today)
7 aprile 2013