Speciale Egitto/Wael Abbas “intervista” Hisham Qandil

Wael Abbas riporta il testo di un’intervista al primo ministro egiziano realizzata dai redattori della CNN. Le parole di Qandil mostrano il modus pensandi della Fratellanza, e rivelano le logiche che determinano la strategia nazionale del partito al governo.

traduzione a cura di Anna Toro

Sui timori di una possibile creazione di un Comitato che segua l’indicazione coranica di “ordinare il bene e proibire il male”.

Sono timori infondati, dato che la protezione dell’ordine pubblico è regolata dallo stato di diritto, di fatto applicato attraverso delle autorità competenti e assicurato dalla vigilanza del sistema giudiziario.

Inoltre, non solo la bozza costituzionale protegge i diritti personali sia delle donne che della minoranza cristiana in Egitto, ma proibisce anche la formazione di partiti basati sulla religione.

Sulla diminuzione del numero dei membri della Corte suprema costituzionale, calato da 19 a 11.

In tutto il mondo, il numero dei membri della Corte suprema costituzionale va dai 7 agli 11 membri, perciò non siamo di fronte a un grande problema. Il presidente non nomina i giudici, visto che è compito del Consiglio supremo giudiziario, responsabile dell’emanazione dei decreti amministrativi.

Sul ruolo della shari’a.

La nuova Costituzione incorporerà un’ampia sezione che contiene alcuni “principi” della shari’a, e contemporaneamente prevede leggi riguardanti lo statuto personale di copti e gli ebrei, così come saranno prese nella giusta considerazione le preoccupazioni delle forze secolari.

Sui negoziati con i turbolenti partiti di opposizione.

Siamo a favore dei negoziati con gli altri gruppi politici e di opposizione. Sono loro a pretendere dei negoziati “condizionati”, basati sul previo ritiro delle dichiarazioni costituzionali, così come sulla cancellazione dell’Assemblea costituente. Questo è illogico.

Sull’Egitto che sta lentamente volgendo verso l’Iran.

Gli egiziani hanno una natura speciale, sono moderatamente religiosi, accettano di buon grado le altre culture, religioni e nazionalità. Il fatto che il presidente e la maggioranza dell’assemblea del popolo facciano parte del Partito della libertà e della giustizia – il braccio politico dei Fratelli musulmani – non significa necessariamente che l’Egitto sia uno stato teocratico.

Al contrario, l’Egitto è uno stato civile e sta sperimentando una transizione democratica con lo scopo di raggiungere dei traguardi in diversi campi.

Sul trattato di pace Egitto-Israele.

L’Egitto si attiene a tutti i suoi trattati e accordi regionali e internazionali e desidera fortemente mantenere la pace nella regione.

L’Egitto sta prestando la dovuta cura alla questione palestinese, soprattutto alla riconciliazione tra l’Autorità palestinese e Hamas, così come speriamo che i negoziati tra palestinesi e israeliani vengano presto ripresi, per la riuscita della costituzione di uno Stato palestinese indipendente.

Sugli insediamenti palestinesi nel Sinai.

Il Sinai è parte del territorio egiziano a cui non rinunceremo in nessuna circostanza. Stiamo portando avanti un controllo serrato su tutta la regione, scovando i gruppi e le cellule terroristiche che cercano di turbare la sua sicurezza e stabilità.

Sulle relazioni con gli Stati Uniti d’America.

Sono relazioni solide e strategiche. I rapporti bilaterali hanno conosciuto uno sviluppo positivo e significativo, migliorato dall’inizio dell’amministrazione democratica di Obama dal 20 gennaio 2009. Sebbene sia normale avere dei punti di vista differenti su varie questioni, entrambi i paesi condividono interessi comuni che vanno preservati e mantenuti.

Sulle relazioni con l’Africa.

L’Egitto e gli Stati africani condividono storicamente delle forti relazioni. Tuttavia, il nostro ruolo si è ridotto ai minimi termini durante il passato regime. Oggi l’Egitto si sta impegnando a riaffermare la sua posizione di paese leader, supportando la promozione di relazioni bilaterali e lavorando per trovare aree di interesse comuni, così come sta incoraggiando politiche di rappresaglia nei confronti dei paesi del bacino del Nilo per uscire dai problemi e superarli.

Sulla ripresa delle relazioni con l’Iran.

I negoziati tra le due parti per risolvere i problemi rimasti in sospeso sono iniziati anni fa. L’autorità iraniana non ha una posizione chiara sull’Egitto, ma abbiamo principi e interessi che rispettiamo e a cui non rinunceremo mai.

Ad esempio la pace in Medio Oriente e la politica della non-interferenza negli affari interni degli altri paesi, principi essenziali per preservare la sicurezza nazionale dell’Egitto.
December 16, 2012