Un’autobiografia per beat, un proclama d’amore per la Siria.
Intrappolata in una guerra confusa e straziante, la Siria, stremata, bisbiglia sommessa giocando a nascondersi tra i beat catartici della musica elettronica di Samer Saen Eldahr – AKA Zimo –, fondatore del progetto Hello Psychaleppo, partorito dal suo ventre 27 anni fa e costretto dal 2012 a fare di Beirut la sua nuova casa.
Non una semplice donna dunque, ma una Madre atavica come la Siria è la musa ispiratrice di Samer, giovane eclettico, attivo tanto nella musica quanto nelle arti visive, che da alcuni anni domina la scena elettronica underground con dei mash-up ipnotici inusuali, nati dalla fusione del dubstep, drum&bass, trip-hop con la musica tradizionale araba.
Un visionario malinconico dai tratti gentili e lo sguardo timido, Zimo è riuscito nella difficile impresa di accostare, sino a sovrapporre, l’eredità pop degli anni ’50 con la cultura elettronica post moderna.
Il risultato è un nuovo genere, l’elettro-tarab, in cui il retaggio del passato si unisce alle nuove tecniche e agli strumenti attuali, dando così ai pezzi uno spessore ed una complessità sonora più profonda.
Hello Psychaleppo, però, non si riduce ad un’intuizione geniale; le tracce, tutte ascoltabili gratuitamente su soundcloud, si caricano, infatti, di un’intensa emotività che scava negli animi più sensibili, in grado di cogliere non solo la sperimentazione artistica ma anche la ricerca ostinata di un medium efficace per ricongiungersi alla propria terra.
La musica di Zimo, dunque, si caratterizza per questi risvolti intimisti, inusuali per una musica da dance floor, magistralmente accentuati dai video che accompagnano le canzoni.
“Shahba”, l’ultimo in ordine temporale, è stato commissionato e diffuso in occasione dell’avvio dello Shubbak, Festival biennale che, per due settimane – dall’11 al 26 luglio – e attraverso innumerevoli dibattiti, proiezioni, installazioni, esibizioni e concerti, ha fatto di Londra l’epicentro dell’espressione artistico-culturale del mondo arabo contemporaneo.
Con uno stile minimalista che predilige il bianco e nero al meno essenziale colore, il video mostra un Zimo versione cartoon che, incitato dal crescendo della voce di Nehad Najjar, si trasforma in una colomba che volteggia sopra la città di Aleppo.
Un simbolo universale di pace tracciato con disegni abbozzati, quasi infantili che però, in soli due minuti, arrivano dritti al punto.
Zimo ha lasciato la Siria ma non l’ha abbandonata. Hello Psychaleppo è un proclama di amore, un’autobiografia per beat, in cui la speranza di tornare in una terra pacificata si lega indissolubilmente alla nostalgia presente di un esilio forzato.
La maggior parte delle canzoni sono prive di un vero e proprio testo, le parole sembrano lamenti soffiati dal vento che si insinuano nei cuori di chi le sa ascoltare.
Il 25 luglio, in occasione della serata conclusiva dello Shubbak Festival, Zimo ha preso parte al live set e Londra, per la prima volta, ha vibrato allo stesso ritmo della Siria.
Venerdì, Luglio 31, 2015 – 11:15di: Claudia GifuniSiria,