Iran. Sulle tracce di Rumi e Tupac, l’hip hop di pace di Yas

E’ il primo rapper iraniano a cui sia stata concessa l’autorizzazione, da parte del governo, a registrare e pubblicare la sua musica, oltre che a tenere concerti sia in patria sia all’estero.

 

 

Ma Yas, questo il suo nome da MC, è noto soprattutto per i testi potenti e socialmente impegnati delle sue canzoni, tanto da essere conosciuto anche come “il Tupac persiano”.

E infatti, con le canzoni di Tupac Shakur, Yas ci è praticamente cresciuto dato che, fin da adolescente, non faceva che ascoltare i dischi hip hop che suo padre gli portava di ritorno dai suoi viaggi in Germania. Allora Yas non conosceva l’inglese, ma una volta afferrato il ritmo, gli schemi delle rime, e carpito l’emozione e passione presenti nella voce di Tupac, da quel genere musicale non è più riuscito a staccarsi.

Questo finché non ha iniziato a tradurne i testi: è lì che il giovane iraniano ha capito la vera potenza del messaggio dell’hip hop. “Ho iniziato a prestare maggiore attenzione alla sua musica e ho capito che c’era molto di più: Tupac stava parlando di problemi reali” racconta Yas in una vecchia intervista all’Huffington Post.

“Traducendo i testi, mi sono reso conto che stava cantando della società e della cultura, dal suo punto di vista. Ho capito allora che qualsiasi tipo di musica che avesse voluto diffondersi e avere qualsiasi tipo di effetto duraturo doveva dire qualcosa di reale, doveva avere un messaggio e un significato più profondo”.

Dopo la morte improvvisa e prematura del padre, Yas è costretto a lasciare l’università e a soli 17 anni ha iniziato a lavorare per poter sostenere la madre, il fratello minore e le sue tre sorelle. E’ in questo periodo che comincia a scrivere poesie, che ben presto si trasformarono in testi per la sua musica, naturalmente in farsi, facendo di questa scelta la sua bandiera. Perchè per Yas l’amore per la sua cultura iraniana è pari, se non superiore, all’influenza che l’hip hop occidentale ha sempre esercitato su di lui.

“E’ vero che l’hiphop è nato in America – continua Yas – ma l’Iran, con i suoi oltre 7mila anni di storia e i suoi grandissimi poeti, ha la poesia nel suo stesso sangue. E’ qui che tutto è cominciato. Se Tupac ha potuto cantare della sua vita, del suo dolore e della sua cultura, perché io non potevo fare la stessa cosa nella mia lingua?”

E infatti è la sua società, con i suoi sogni, illusioni, aspirazioni e sofferenze, la protagonista della musica di Yas. E, grazie alla peculiarità dell’hip hop, si rende conto di poter raccontare delle vere e proprie storie.

Così “Bam”, il suo primo successo, cerca di instillare speranza e solidarietà alla popolazione della città omonima distrutta dal terremoto del 2003, “Darkam Kon” ( Capiscimi ) parla della disoccupazione, “Haminja piade Misham” (Io ne verrò fuori) è sulla fuga dalla prostituzione, “Tamoomesh Kon” (Dacci un taglio) parla della tossicodipendenza, e tante altre, che toccano i temi a lui più cari.

Due i cd all’attivo, insieme a tantissimi singoli e video tra cui l’ultimo, “The sound of unity“, in collaborazione con il rapper americano Tech N9ne.

E poi c’è l’amore per la cultura del suo paese, sempre presente nei suoi testi: come in “Hoviate Man” (My Identity) , in cui Yas esprime il suo orgoglio incrollabile per la sua origine, e cita il controverso film 300.

Ma è soprattutto con “Solh Toeii” (Tu sei la Pace) che il giovane MC iraniano ottiene un successo strepitoso: i versi, infatti, sono dedicati a Rumi, il massimo poeta mistico della letteratura persiana, e la canzone tutta è un messaggio di amore e  fratellanza universale, un inno all’assenza di confini di ogni genere, e al potere unificante della poesia.

Ci si chiede, con questo tipo di testi, come abbia fatto il rapper a ottenere il permesso del governo a produrre e diffondere la sua musica. In Iran, infatti, qualsiasi tipo di prodotto culturale, che sia un album, un libro, un film o un concerto, deve essere prima approvato dal Ministero della Cultura, e ottenere il via libera è molto difficile. “Quanto più si censura qualcosa tanto più diventa popolare – risponde Yas – Il rap è un nuovo tipo di musica in Iran, e la censura ancora non lo riconosce come qualcosa da prendere sul serio. Questo, nonostante la sua estrema popolarità”.

Aiuta anche il fatto che il linguaggio usato da Yas non è mai volgare, né osceno o violento. Un rapper un po’ “acqua e sapone” insomma, ma di indubbia qualità, e amatissimo in patria e all’estero.

“Voglio essere in grado di cantare con orgoglio davanti alla mia famiglia – dice – La mia musica di solito inizia con una denuncia sui mali della mia società, ma finisce sempre con la speranza. Per me è importante ispirare le giovani generazioni ad esprimere il loro miglior potenziale. E’ di questo che abbiamo bisogno”.

 

*Foto di YASfans, via Wikimedia Commons.

 

 

 

 

 

March 30, 2014di: Anna ToroIran,Articoli Correlati: 

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