“Sequestrati”, apostrofati come “animali’”, costretti a lavorare fino a dodici ore al giorno, sette giorni su sette, anche con temperature sopra i 45 gradi. E’ il quadro dipinto dal nuovo Rapporto di Amnesty International sulla situazione degli operai stranieri impegnati nella costruzione delle infrastrutture per la Coppa del Mondo di calcio in Qatar, prevista per il 2022.
Intitolato “Il lato oscuro della migrazione: riflettori sul settore delle costruzioni del Qatar prima dei Mondiali“, il report mostra come il settore delle costruzioni nel paese del Golfo sia dominato da abusi di ogni genere, a cui vanno aggiunti il mancato pagamento degli stipendi agli operai, e il sequestro dei documenti da parte del datore di lavoro (e quindi l’impossibilità, per i lavoratori, di lasciare il paese), la contrazione di debiti, i ricatti tipici del sistema di “sponsorizzazione” adottato in quasi tutti i paesi del Golfo, e nessun rispetto per la sicurezza e gli standard internazionali dei diritti umani e del lavoro.
Nelle 169 pagine di denuncia durissima, frutto di interviste con oltre 200 lavoratori immigrati, 22 imprese e con più di 10 rappresentanti del governo, tutte realizzate tra il 2012 e il 2013, Amnesty non ha mancato di sottolineare anche le squallide condizioni degli alloggi forniti agli operai dai datori di lavoro, caratterizzati da un forte sovraffollamento e spesso senza elettricità né acqua potabile o sistemi di fognature funzionanti.
Sono 1,3 milioni gli stranieri che lavorano in Qatar. Reclutati soprattutto nel Sud Est Asiatico (Bangladesh, India, Nepal, Pakistan, Filippine e Sri Lanka), costituiscono oltre il 90% della forza lavoro complessiva dell’emirato.
La Coppa del Mondo e la costruzione delle varie infrastrutture, su cui il Qatar sta investendo 200 milioni di dollari, ha incentivato ulteriormente l’arrivo di questi lavoratori, che si sono scontrati con la dura realtà dello sfruttamento, intrappolati senza via d’uscita in un sistema stritolante di abusi e assenza di diritti.
Il Qatar, che ha respinto tutte le accuse, ha comunque promesso di includere il rapporto di Amnesty in un’indagine già avviata tempo fa, quando la Fifa aveva sollecitato il paese al rispetto dei diritti umani. Ma le organizzazioni per i diritti umani, Amnesty in testa, non hanno intenzione di mollare la presa.
“I riflettori del mondo resteranno puntati sul Qatar da qui ai Mondiali Fifa del 2022, offrendo al governo un’opportunità unica per mostrare al mondo che prende sul serio i suoi impegni in materia di diritti umani e può costituire un modello per il resto della regione” afferma Salil Shetty, segretario generale di Amnesty International.
“Se non verranno adottati provvedimenti immediati e di ampia portata – conclude – centinaia di migliaia di lavoratori migranti che verranno assunti nei prossimi anni correranno un rischio elevato di subire abusi”.
(In allegato il rapporto completo in lingua inglese e francese)
*Foto By Amjra (Own work) via Wikimedia Commons
November 21, 2013di: Anna ToroAllegati: Rapporto ing. Treat us like we are human.pdfRapporto fr. Traitez-nous comme des etres humains.pdfQatar,Articoli Correlati:
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