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“The Railway Diaries”: donne in viaggio sulla via della Seta

Il viaggio di un collettivo di giornaliste, in treno, lungo l’antica via della Seta. Per raccontare dal basso un percorso che per secoli è stato portatore di scambi culturali. Andando oltre lo stereotipo. 

 

 

Un laboratorio giornalistico, è così che definiamo Nawart Press, un collettivo di giornaliste freelance che ha deciso di unire le forze e le menti per superare l’imperativo del lavoro individualistico dando vita al progetto pilota: The Railway Diaries, i diari della ferrovia.

Railway Diaries partirà il 2 maggio e tornerà il 15 agosto, per un viaggio-reportage lungo l’antica via della Seta, percorrendo in treno, da Venezia ad Almaty in Kazakhstan, 12 paesi che per secoli sono stati attraversati da milioni di scarpe, zoccoli e carovane per allacciare i due vecchi continenti: l’Asia e l’Europa. 

La scelta di questo percorso non è casuale. Infatti, se per secoli la via della Seta è stata un simbolo di scambio non solo commerciale, ma anche intellettuale, linguistico e religioso che ha plasmato e arricchito la nostra cultura, ora – per questioni d’immigrazione e terrorismo – le frontiere sono spesso guardate con sospetto, considerate come vere e proprie barriere fisiche volte a separare realtà simili e vicine.

Con Railway Diaries, e più in generale con Nawart Press, proponiamo di diffondere un’informazione diversa, meno stereotipata e con più sfumature, rispetto a quella monocromatica dei media tradizionali, con lo scopo di dare un volto e soprattutto una voce alla gente comune, che di solito non ce l’ha, per far sì che lo scambio culturale serva ad arricchire anziché dividere.

In un’epoca di transizione storica in cui si fa tutto di fretta senza soffermarsi a pensare e guardare chi e cosa ci circonda, in cui i vecchi confini sono obsoleti e se ne stanno ridefinendo di nuovi, e dove la guerra dilaga sotto diverse bandiere ideologiche, un’informazione dal basso che funga da ponte e da tramite culturale è una questione che ci riguarda tutti e da vicino.

Le donne saranno le protagoniste del nostro lavoro.

Questo perché sebbene siano le custodi di racconti e tradizioni millenarie, sono allo stesso tempo l’oggetto più facile di stereotipi e semplificazioni che ne riducono il ruolo sociale fondamentale che hanno sempre avuto.

Dalle minoranze etniche in Kosovo, alle migrazioni della porta europea di Salonicco, dalle lotte di emancipazione del Kurdistan turco alle avanguardie iraniane, dai campi di cotone uzbeki alla borghesia futuristica di Astana, Railway Diaries si propone di raccontare, di condividere e di aprire un dibattito sul delicato tema dei confini attraverso uno sguardo femminile.

Come suggerisce il titolo, il treno sarà il mezzo di trasporto privilegiato, che permetterà di attraversare via terra i 12 confini che dividono Venezia da Almaty, e allo stesso tempo di riappropriarsi della lentezza del viaggio svelando gradualmente il lento e continuo amalgamarsi di culture e popoli anche là dove sono divisi da un confine.

Il treno rievoca quel senso di orizzontalità – intesa come condivisione e assenza di gerarchie – che è il nodo cruciale del modus operandi di Nawart stessa. Ci siamo rivolte al Crowdfunding, proprio perché condividiamo l’idea di partecipazione collettiva.

Perché crediamo che l’informazione non debba essere il frutto narcisistico di un autore ma che debba essere scritta per essere letta.

Il crowdfunding, letteralmente “finanziamento della folla”, non si limita ad un supporto economico ma mette in relazione stretta i “sostenitori” con gli “autori” di un progetto in unavera e propriaco-produzione.

Non ci aspettavamo che la campagna di crowdfunding andasse così bene; in meno di un mese abbiamo raggiunto la soglia minima di 4mila euro, e questo ci ha fatto capire che i valori alla base di Nawart sono condivisi da tante persone.

Con i soldi raccolti potremo pagare i primi costi vivi del viaggio: i visti (per Iran, Turkmenistan, Uzbekistan e Kazakhstan), il primo mese e mezzo di spostamenti (alloggi e treni per Croazia, Serbia, Macedonia, Kosovo, Albania, Grecia e parte della Turchia) e gli interpreti.

Se credete nel progetto, restano ancora 10 giorni per poter dare un contributo alla realizzazione di Railway Diaries, per aiutarci a coprire i costi dei restanti due mesi di viaggio (Turchia, Iran, Turkmenistan, Uzbekistan e Kazakhstan) e realizzare un documentario in 5 episodi. 

Per saperne di più sulla campagna di crowdfunding, visitate la pagina di Railway Diaries su:http://www.becrowdy.com/the-railway-diaries

 

 

April 05, 2015di: Nawart PressAfghanistan,Turchia,

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