Palestina. Ponti d’arte per Gaza

Sette violoncelli in regalo, una serata di grande successo del Quartetto Jusur (“ponti”), il completamento della raccolta fondi. Il laboratorio di riparazione degli strumenti musicali a Gaza potrà partire a inizio 2016. Il progetto “Liutai a Gaza, la musica al lavoro contro la distruzione” nasce da una collaborazione tra la scuola di musica palestinese Al Kamandjati, nata per portare la musica tra i bambini dei campi profughi, e la campagna Cultura è libertà e si prevede che venga sostenuto per due anni, dopo i quali camminare con le proprie gambe! 

 

Graditissimo regalo destinato al laboratorio nascente sono i sette violoncelli, alcuni piccoli, per bambini, altri un po’ più grandi. Autore ne è il liutista francese Claude Lebet, che con questo atto generoso ha inteso sostenere un progetto che lo ha interessato. I violoncelli, da restaurare, costituiranno un primo materiale di lavoro per il nascente laboratorio, dedicato al  lavoro “della musica contro la distruzione”.

La solidarietà e la genersoità sono state aspetti determinanti in questo 2015 che la campagna CulturaELibertà ha dedicato prevalentemente alle iniziative per la raccolta fondi, mirata  a realizzare almeno il decollo dei “Liutai a Gaza”.

La casa del Jazz, in collaborazione con Libera, ha più volte ospitato le iniziative e grande amicizia è stata mostrata anche dalla Casa internazionale delle donne. Gli artisti hanno sempre suonato gratis, permettendoci così la raccolta fondi. La scuola di Al Kamandjati è stata presentata dal regista Dimitri Chimenti con il suo bel film Just Play; il duo Traindeville, il coro e la banda della scuola popolare di musica di Testaccio con Giovanna Marini hanno raccolto un successo strepitoso; Helmi Mhadhbi, Sanjay Kansa Banik, Angel Ballester e Dalal Suleiman (danzatrice) hanno concluso l’anno, con un successo analogo, presentando uno spettacolo di particolare fascino alla Casa del Jazz. 

Il titolo della serata “Jusur. Ponti d’arte tra Roma e Gaza”, ideato da Helmi Mhadhbi, il liutista che ha anche coordinato il quartetto, ricorda la solidarietà di questi artisti con il progetto “Liutai a Gaza”. Jusur in arabo vuol dire “ponti”. E lo spettacolo è stato davvero un ponte tra Roma, il mondo e Gaza, ma anche tra oriente e occidente. 

India, Cuba, Tunisia, Palestina: da quattro angoli del mondo infatti il “Jusur Quartet” ha offerto al pubblico che riempiva la sala della Casa del Jazz, una serata di musica, letture e danza entusiasmante. La fusione dei suoni di strumenti musicali orientali e occidentali – tabla indiane, oud (liuto arabo), sax e clarinetti – ha prodotto un’ armonia coinvolgente di linguaggi. I pezzi solisti di ciascun musicista hanno dato prova di grande maestria.

Incantevole l’esibizione di Dalal Suleiman, attrice e danzatrice, che ha alternato ai brani musicali la lettura di alcuni tra i più begli scritti del grande poeta palestinese Mahmoud Darwish ed ha concluso la serata con le movenze flessuose e affascinanti della sua danza.

I musicisti e la attrice-danzatrice sono artisti di grande professionalità, come mostrano le loro storie: una ragione che rende la loro solidarietà ancor più preziosa ed apprezzata. Il pubblico non ha mancato di dimostrarlo, con una partecipazione emozionata. 

 

 

December 23, 2015di: Alessandra Mecozzi Palestina,

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