Oltre 700 chilometri di lunghezza, 8 metri di altezza e quasi 300 milioni di dollari l’anno per mantenerlo: sono i numeri della “barriera difensiva israeliana”: il Muro dell’Apartheid che, 9 anni fa, veniva dichiarato illegale.
“L’edificazione del Muro che Israele, potenza occupante, è in procinto di costruire nel territorio palestinese occupato, ivi compreso l’interno e intorno a Gerusalemme Est, e il regime che gli è associato, sono contrari al diritto internazionale”.
Queste le conclusioni del parere con cui, il 9 luglio del 2004, la Corte internazionale di giustizia dell’Aja (ICJ) rispondeva alla questione che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite gli aveva sottoposto: quali fossero le conseguenze della sua costruzione “tenendo conto delle regole e dei principi del diritto internazionale, e in modo particolare della IV Convenzione di Ginevra”.
Nell’ottobre dell’anno precedente l’Assemblea aveva adottato la risoluzione ES/10-13 con cui, da parte sua, condannava la realizzazione di quella che l’allora primo ministro israeliano Ariel Sharon definì “la barriera difensiva israeliana”.
L’annuncio della sua edificazione è datato 14 aprile 2002: secondo i piani, avrebbe dovuto essere costruita lungo la ‘Linea Verde’, per un tracciato totale di circa 700 chilometri di barriera elettrificata e sorvegliata da torrette di controllo alternata a pareti di cemento armato alte 8 metri.
Ad oggi ne sono stati costruiti oltre 500 chilometri, e una volta terminato sarà lungo più del doppio dell’intera ‘Linea Verde’, oltre al fatto che per l’85% è costruito su territorio palestinese, come spiega questo speciale che gli dedica il sito di informazione indipendente +972.
Negli anni il Muro è diventato una ‘tela a cielo aperto’ per artisti, writers e attivisti.
Per approfondire:
http://www.btselem.org/separation_barrier
http://www.ochaopt.org/documents/ocha_opt_west_bank_barrier_route_update…
Foto by Wall in Palestine via Flickr in CC
July 13, 2013di: Cecilia Dalla NegraIsraele,Palestina,Articoli Correlati:
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