Il poeta palestinese detenuto da oltre 2 anni in Arabia Saudita con l’accusa di apostasia è stato condannato a morte. Un’iniziativa internazionale ne chiede la liberazione, arrivando anche in Italia. OssIraq, insieme ad altre testate, aderisce e pubblica le sue poesie, per la prima volta tradotte in italiano grazie al contributo volontario di studiosi e arabisti.
Ashraf Fayadh ha 35 anni ed è un poeta.
Curatore di mostre e artista polivalente di origine palestinese, è nato e cresciuto in Arabia Saudita. Ed è qui che si trova detenuto da oltre 2 anni, all’interno del carcere di Abha.
Fayadh, che fa parte del collettivo di artisti “Edge of Arabia” e che nel 2013 è stato tra i curatori della mostra “Rhizoma” alla Biennale di Venezia, è stato arrestato nel 2014 nella città di Abha dalla polizia religiosa saudita con l’accusa di apostasia e di diffusione dell’ateismo a causa della sua raccolta poetica “Le istruzioni sono all’interno” (Dar al-Farabi, Beirut, 2007).
A novembre del 2015 è arrivata la condanna a morte, disposta dal tribunale saudita, e da compiersi per decapitazione.
Fayadh, che nei 2 anni di detenzione non ha mai potuto consultare un legale, ha sempre respinto tutte le accuse. Nel mese di dicembre, dopo il verdetto di condanna a morte, ha presentato appello sostenendo che le accuse fossero viziate da falsità e che non fossero supportate da prove.
Ha anche affermato di essere un credente musulmano, respingendo così le accuse di aver rinunciato alla fede nell’Islam.
Nel corso del 2015 molte sono state le iniziative internazionali per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sul suo caso e chiedere alle autorità saudite il suo rilascio.
Nel dicembre 2015, il Festival Internazionale di Letteratura di Berlino ha lanciato un appello a individui, associazioni e organizzazioni a mobilitarsi per il 14 gennaio, data in cui in tutto il mondo si svolgeranno reading poetici e incontri a sostegno di Ashraf e della libertà di espressione.
Un’iniziativa che, grazie all’impegno di studiosi, arabisti, traduttori e giornalisti, è arrivata anche in Italia, dove i reading si svolgeranno a Roma, Milano, Napoli, La Spezia, Bologna, Pescara, Bari, Sassari, Ravenna e Villacidro.
A Roma l’appuntamento è alle 18.30 a Trastevere (qui l’evento Facebook), con la partecipazione di Riccardo Noury di Amnesty International Italia, che ha dato adesione e sostegno all’iniziativa promossa da Editoriaraba e dalla Libreria Griot.
Per l’occasione sono state tradotte per la prima volta in italiano le poesie di Fayadh contenute nella raccolta incriminata, che vi proponiamo nel file allegato.
Le poesie che abbiamo scelto di pubblicare oggi, aderendo all’iniziativa, compariranno in contemporanea su molte altre testate indipendenti. Il lavoro di traduzione è a cura di Caterina Pinto, Silvia Moresi, Jolanda Guardi, Alessandro Buontempo, Aldo Nicosia e Simone Sibilio.
Per approfondire la vicenda di Ashraf Fayadh, qui l’articolo di Chiara Comito per Internazionale.
L’elenco completo dei reading poetici in Italia è qui.
La lista delle città nel mondo che hanno aderito all’iniziativa, invece, è qui.
L’hashtag da utilizzare per i social network è #FreeAshraf.
Tratto da “In merito al petrolio nel sangue” (Traduzione di Simone Sibilio)
Globuli neri di petrolio
circolano tra le tue cellule
e riescono a liberarti laddove neanche la tua nausea vi riuscì
che male o danno può mai arrecare il petrolio
se non inquinare l’aria di una miseria che si lascia alle spalle
e il giorno in cui s’anneriranno quei volti
di chi scoprirà un nuovo giacimento
e il tuo cuore si gonfierà
così che dalla tua anima
eromperà petrolio
per il bene comune,
quella, del petrolio sarà la promessa, una promessa esaudita,
la fine.
Le tre leggi della Patria (Traduzione di Silvia Moresi)
Prima legge:
Ogni Patria pacifica ….o in guerra costante…
Ogni Patria che, giorno dopo giorno, senza lamentarsi viene calpestata dai tuoi piedi…
diventa nel cuore…qualcosa su cui l’esilio esistenziale non ha influenza…
e che gli toglie importanza.
Rappresentazione (Traduzione di Jolanda Guardi)
Un uomo e una donna che indossa la ‘abaya legale fermi ai piedi
del monte
Un corvo li osserva dall’alto ed è come vedesse se stesso
allo specchio in compagnia di un uomo che non ama…
Un uomo che non sa che Ibn Firnās era una barzelletta storica
di cui nessuno ride eccetto un corvo che non è obbligato
a sognare di volare!
L’ultima stirpe di rifugiati (Traduzione di Caterina Pinto)
[…]
L’asilo: stai in piedi in fondo alla fila
per avere un tozzo di patria.
Stare in piedi: una cosa che faceva tuo nonno… senza conoscerne la ragione!
e il tozzo: tu!
La patria: un tesserino messo dove tieni i soldi.
E i soldi: fogli su cui son raffigurate le immagini dei leader.
E l’immagine: prende il tuo posto fino a che ritorni.
E il ritorno: un essere mitico… che si legge nei racconti della nonna.
Fine della prima lezione.
Mi rivolgo a te perché impari la seconda: qual è… il tuo significato?
Nel giorno del Giudizio… stanno in piedi, nudi.
Mentre voi nuotate in condotti fognari
spaccati.
Scalzi… fa bene ai piedi
ma non fa bene alla terra.
Per voi ergeremo pulpiti… e faremo conferenze.
E la stampa scriverà su di voi in modo decente.
Verrà sviluppato un nuovo composto… per eliminare lo sporco
ostinato
e solo a metà del prezzo.
Affrettatevi per ottenere metà della quantità.
Perché la crisi idrica è molto grave.
[…]
January 14, 2016di: RedazioneAllegati:
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