“Femminile palestinese”: a Salerno la Palestina delle donne

Prosegue il festival “Femminile Palestinese” organizzato da Maria Rosaria Greco a Salerno. Tanti gli appuntamenti in programma: libri, musica e teatro per raccontare la Palestina delle donne, che resiste.

Prosegue a Salerno il Festival “Femminile palestinese – di storia in storia” a cura di Maria Rosaria Greco, con il secondo appuntamento previsto per il 27 marzo. Presso il Giardino della Minerva, l’orto botanico dell’antica Scuola Medica Salernitana, Patrizia Cecconi presenta il suo libro “Vagando di erba in erba. Racconto di una vacanza in Palestina” diario di un viaggio ispirato alla botanica (Città del Sole Edizioni – 2014), con una degustazione finale di vini palestinesi Cremisan.

Questo incontro di “Femminile palestinese” vede protagonista l’attivista e scrittrice romana Patrizia Cecconi che si occupa da anni di diritti umani e in particolare di diritti violati del popolo palestinese, di cui diffonde in Italia la storia e la cultura a sostegno della sua esistenza e resistenza.

In questo suo ultimo libro, un diario di viaggio di 30 giorni, racconta una Palestina della bellezza, che fra natura, monumenti, piante officinali, villaggi, sapori e opere d’arte sa essere un bellissimo luogo di vacanza.

Ma la Palestina è anche terra di eccellenze, come dimostrano i vini palestinesi Cremisan prodotti nel cuore della Terra Santa dai salesiani di Don Bosco e dal Volontariato Internazionale per lo Sviluppo (VIS) con la preziosa collaborazione di Riccardo Cotarella, enologo di fama internazionale.

La Cecconi valorizza proprio queste eccellenze con il progetto “Leggere la resistenza nella trasparenza di un calice” con il quale promuove e sostiene l’esperienza che le colline Cremisan rappresentano.

A cinque chilometri da Betlemme i vitigni autoctoni di Cremisan producono vino dalla fine dell’Ottocento, secondo gli archeologi qui si trova uno tra i più antichi insediamenti agricoli e artigiani della Palestina. Eppure oggi su queste colline i bulldozer stanno costruendo il tracciato su cui innalzare il muro voluto da Israele che andrà a separare Cremisan da BeitJala e quindi dalla Palestina, inglobandola di fatto in territorio israeliano per unire le due colonie di Gilo e Har Gilo, che si guardano, una di fronte all’altra.

Muro e colonie sono illegali secondo il diritto internazionale, oltre che per i diritti umani, quindi, una degustazione di questo vino non solo valorizza un prodotto di grande qualità, ma tiene viva l’attenzione su quanto sta accadendo su quelle colline e sostiene le numerose denunce fatte dal sindaco di BeitJala, dai sacerdoti che producono il vino, dalle 58 famiglie che rischiano la confisca della propria terra, dalle suore che hanno un asilo frequentato da più di 400 bambini di varie religioni, i quali non potrebbero più accedervi.

Ma il Cremisan, innanzitutto, è un vino di altissima qualità, in questi ultimi anni sono stati scoperti e valorizzati sette vitigni autoctoni e unici al mondo ed è stata straordinariamente migliorata la produzione di alcune etichette, tanto da poter competere con vini pregiati di tutto il mondo.

Un’eccellenza dal valore doppio se si pensa alle condizioni in cui avviene la coltivazione delle viti e la produzione del vino: cioè sotto occupazione militare.

La narrazione quindi continua. Il sottotitolo 2015 della rassegna “Femminile palestinese” è “di storia in storia” perché il focus di quest’anno è il racconto, il recupero della memoria, la storia di un popolo a cui quotidianamente viene negata la propria identità culturale e nazionale.

Ed è una narrazione che vede centrale ancora una volta il ruolo della donna che sa ridisegnare e mettere in discussione i confini dell’occupazione. Patrizia Cecconi, infatti, con il suo libro, racconta la Palestina come bellissimo luogo di vacanza e, con la degustazione, ci fa conoscere la storia del vino Cremisan, simbolo di eccellenza e di lotta.

Venerdì 27 marzo con Patrizia Cecconi dialogheranno Adriana Buffardi di Cultura è Libertà, Luciano Mauro, Direttore del Giardino della Minerva, Ermanno Guerra, Assessore alla Cultura e Università del Comune di Salerno.

La rassegna è promossa dalla Fondazione Salerno Contemporanea, dal Comune e dall’Università di Salerno, e fa parte della campagna nazionale per la Palestina che l’Associazione Cultura è Libertà ha lanciato a Roma nel dicembre 2013 per promuovere e diffondere la millenaria cultura palestinese, a cui hanno aderito molte città italiane con altri progetti.

Di seguito il programma complessivo della rassegna iniziata il 3 marzo scorso e che proseguirà fino al 9 maggio:

15 aprile – Michele Giorgio racconta Gaza. Conferenza presso Teatro Antonio Ghirelli. A conclusione cena palestinese organizzata dal ristorante arabo Amir presso la Fornace adiacente il Teatro Antonio Ghirelli.

27 aprile – Ilan Pappe e la pulizia etnica della Palestina. Lectio magistralis presso il Comune di Salerno.

9 maggio – Prima nazionale di “Palestina sotto un cielo Turchese” concerto del Turchese Ensemble quintet, musica araba e mediterranea con performance di Dalal Suleiman, voce e danza, presso Teatro Antonio Ghirelli

Ulteriori informazioni sulla rassegna si possono trovare sulla pagina Facebook Femminile palestinese.

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March 22, 2015di: RedazionePalestina,

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