“In nome di Dio compassionevole e misericordioso…
Al popolo della Palestina, a tutti i rivoluzionari e a tutti coloro che nel mondo amano la pace, e che passeranno alla storia per essersi battuti per la nostra causa e per la nostra vittoria;
a coloro che ci hanno sempre sostenuto attraverso la loro fermezza e di fronte ad ogni diversità, agli arabi e ai musulmani che ci seguono;
Al presidente dell’Autorità palestinese, Mahmoud Abbas (Abu Mazen) e al fratello ministro per i Prigionieri e per gli Ex-detenuti, a Kaddoura Faris, grande ed onorata figura di combattente per la pace, presidente dell’associazione dei prigionieri, ed infine ai partiti e movimenti islamici:
questo è l’ultimo appello urgente che lanciamo dalla prigionia, mentre ci incamminiamo verso una morte lenta e programmata, chiusi nelle celle del cosidetto ospedale della prigione di Ramla, affinché voi sappiate che mentre i vostri figli e fratelli stanno ancora combattendo contro la morte, voi non prestate attenzione e avete dimenticato la loro causa, come se, con la fine dello sciopero della fame generale tutte le richieste fossero state corrisposte.
Ma noi siamo ancora qui, a continuare uno sciopero che non ha un termine, perché la battaglia non è finita, nonostante i 78 e i 54 giorni del nostro digiuno.
Con rammarico, avevamo pensato che voi ci avreste sostenuto, ma purtroppo vi siete fermati nonostante le nostre ferite ed il nostro dolore.
Da qui gridiamo a voi, ai nostri fratelli, e al nostro dignitoso popolo, che ne portate la responsabilità, poiché, dopo Dio, noi non abbiamo che voi e i popoli del mondo che aspirano alla pace, per portare la nostra causa alla vittoria.
Mentre lo sciopero della fame continua a consumare i nostri corpi e quel poco che resta della nostra forza, ti gridiamo di aiutarci a portare avanti la nostra battaglia ad ogni livello e in ogni luogo, locale, regionale, internazionale, soprattutto sui media e specialmente sulla televisione palestinese, che rappresenta il Popolo Palestinese.
Ed anche nei giornali, alla radio e sulla rete, affinché la nostra voce possa raggiungere i popoli del mondo che aspirano alla pace e possa parlare loro della necessità della nostra lotta per il raggiungimento della vittoria.
Diciamo: c’è ancora tempo e il supporto che arriva tardi è comunque meglio di quello che non arriva per niente.
E’ meglio che voi ci riabbiate vivi e vittoriosi, piuttosto che come corpi senza vita dentro dei sacchi neri.
Noi continuiamo il nostro sciopero della fame, Mahmoud Sarsak già da 78 giorni, e Sheikh Akram Rikhawi da 59 giorni e, nonostante sia malato (dopo aver trascorso 8 anni nella clinica della prigione di Ramle), sta lottando contro la morte.
Vi informiamo che continueremo lo sciopero fino a quando tutte le nostre richieste saranno soddisfatte e non denunceremo le restrizioni e le provocazioni che subiremo.
Non accetteremo compromessi o mezze misure, nonostante il deterioramento della nostra salute (abbiamo perso rispettivamente 25kg e 18kg).
Il nostro popolo, i nostri leader a Gaza, in Cisgiordania e fuori, e tutti coloro che amano la libertà nel mondo, gridiamo a te, e a tutte le persone che credono nella giustizia della nostra causa: non abbandonarci nelle mani vendicative dei nostri carcerieri, lasciandogli prendere i nostri fragili corpi.
Tu sei in grado di sostenerci per la vittoria nella nostra battaglia.
I vostri fratelli che restano in sciopero della fame fino alla vittoria o al martirio”.
Mahmoud Sarsak
Akram Rikhawi
Per approfondimenti e per leggere l’appello, clicca qui.
June 7, 2012
Israele,Palestina,Articoli Correlati:
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