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Voci da Gaza/2. L’appello della società civile

Associazioni, Ong e gruppi della società civile scrivono da Gaza, rivolgendosi alla comunità internazionale: “Non voltateci le spalle e agite per fermare il massacro”. 

 

 

 

Noi palestinesi, intrappolati nella sanguinosa e assediata Striscia di Gaza, facciamo appello alle persone di coscienza in tutto il mondo perché si agisca, si protesti e si intensifichi il movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro Israele finché non cesseranno i suoi attacchi contro la nostra gente, e perché ne sia reso responsabile. 

Con il mondo che, ancora una volta, sta girando le spalle, negli ultimi giorni a Gaza siamo stati lasciati soli ad affrontare l’ennesimo massacro.

Mentre leggete queste parole, 120 palestinesi sono stati uccisi (oggi, 15 luglio, il numero è salito a 193, ndt), tra cui 25 bambini (35, ndt). Oltre 1000 persone sono state ferite, tra cui molte in modo grave e permanente. Oltre 2/3dei feriti sono donne e bambini. 

Ne siamo certi: nei prossimi giorni i numeri aumenteranno. Ognuno di noi potrebbe essere il prossimo. Come sfuggiremo al rumore della carneficina nei nostri letti, stanotte? Saremo noi i prossimi resi irriconoscibili in qualche foto, con le membra straziate dalla macchina di distruzione israeliana? 

Facciamo appello per una fine definitiva dei crimini e dell’oppressione contro di noi. 

Chiediamo

– Un embargo di armi verso Israele, sanzioni che pongano fine al rifornimento di armamenti da parte dell’Europa e degli Stati Uniti, dai quali Israele dipende per commettere crimini di guerra; 

– La sospensione di tutti i trattati bilaterali e internazionali di commercio con Israele, tra cui l’Accordo di associazione UE-Israele; 

– Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni, secondo l’appello della società civile palestinese del 2005. 

 

In assenza di pressioni e isolamento, il regime israeliano ha provato più di una volta di proseguire con i suoi massacri, come stiamo vedendo in queste ore, e con la continua e sistematica pulizia etnica, con l’occupazione militare e con la politica di apartheid. 

Mentre scriviamo è sabato notte, siamo ancora paralizzati nelle nostre case, e le bombe ci cadono sulla testa. Chi sa quando finirà questo attacco.

Per ognuno di noi sono incancellabili le immagini che ci rimandano a fiumi di sangue per le strade di Gaza, quando per oltre 3 settimane, nel 2009, l’attacco israeliano “Piombo Fuso” provocò oltre 1.400 vittime, tra cui 330 bambini. 

In quell’occasione furono usate contro la popolazione civile armi al fosforo bianco ed armi chimiche che hanno inquinato la nostra terra, provocando un aumento dei tumori nella Striscia come risultato. Più recentemente, oltre 180 persone sono state uccise durante l’attacco di novembre 2012 (“Pillar of Clouds”, ndt). 

Quante saranno le vittime questa volta? 200, 5000, 5mila? Chiediamo: quante delle nostre vite sarà necessario sacrificare prima che il mondo faccia qualcosa? Quanto del nostro sangue sarà abbastanza?

Prima dell’inizio dei bombardamenti su Gaza, un membro del Parlamento israeliano, Ayelet Shaked del partito di ultra-destra Jewish Home ha fatto appello allo sterminio del popolo palestinese. 

Devono essere distrutti, come le case in cui crescono i serpenti”, ha detto, “altrimenti, altre piccole serpi verranno cresciute lì”. Noi, una popolazione prevalentemente composta da bambini, siamo solo serpenti per loro.

(…) 

Intere case sono state target di bombardamenti. Intere famiglie sono state uccise. Giovedì mattina l’intera famiglia al-Haj è scomparsa: il padre Mahmoud, la madre Bassema e cinque bambini.

Nessun problema, nessun avvertimento: una famiglia semplicemente strappata via alla vita.

(…)

Gli aerei israeliani bombardano palazzi i cui tetti sono pieni di persone, sapendo benissimo che si tratta di civili. E’ successo anche l’altro giorno: 7 persone sono morte sul colpo, 5 erano bambini. Altre 25 sono rimaste ferite, e il giovane Seraj Abd al-Aal è morto più tardi, in seguito alle ferite riportate.

Forse la famiglia credeva nell’umanità di Israele: non avrebbero bombardato una casa piena di persone. Ma guardando i sopravvissuti aggirarsi tra le macerie, è divenuto chiaro che le azioni di Israele non hanno niente a che fare con l’umanità.

(…) 

Quest’ultima dimostrazione di barbarie da parte israeliana si inserisce a pieno nel contesto del disumano assedio che da 7 anni impedisce lo svolgimento di una vita normale alla popolazione di Gaza, così come l’ingresso e l’uscita di beni di prima necessità, come risulta dall’assenza di medicinali denunciata da tutti i nostri ospedali e cliniche al momento. 

Il cemento per ricostruire le migliaia di case distrutte dagli attacchi iraeliani non può entrare, e molti feriti e malati non hanno il permesso di viaggiare per ricevere adeguate cure mediche, cosa che ha causato la morte di oltre 600 pazienti in questi anni. 

Man mano che ci giungono notizie, e che i leader israeliani minacciano di muovere verso una nuova escalation della brutalità, sappiamo bene che altro orrore deve ancora venire: per questo vi chiediamo di non voltarci le spalle. 

Facciamo appello a voi perché manifestiate per la giustizia e l’umanità, per sostenere uomini, donne e bambini coraggiosi che a Gaza stanno vivendo momenti terribili.

Insistiamo perché siano intraprese a livello internazionale iniziative per sospendere gli accordi diplomatici con Israele, si istituiscano tribunali per crimini di guerra e sia garantita immediata protezione alla popolazione civile di Gaza. 

Vi chiediamo di unirvi al movimento di BDS, per rendere Israele responsabile delle azioni violente che continua a commettere, fino a quando potremo muoverci liberamente, l’assedio sarà sospeso, l’occupazione sarà finita ed ai nostri rifugiati sarà garantita finalmente giustizia.   

Agite adesso, prima che sia troppo tardi. 

 

Palestinian General Federation of Trade Unions

University Teachers’ Association in Palestine

Palestinian Non-Governmental Organizations Network (Umbrella for 133 orgs)

General Union of Palestinian Women

Medical Democratic Assembly

General Union of Palestine Workers

General Union for Health Services Workers

General Union for Public Services Workers

General Union for Petrochemical and Gas Workers

General Union for Agricultural Workers

Union of Women’s Work Committees

Pal-Cinema (Palestine Cinema Forum)

Youth Herak Movement

Union of Women’s Struggle Committees

Union of Synergies—Women Unit

Union of Palestinian Women Committees

Women’s Studies Society

Working Woman’s Society

Press House

Palestinian Students’ Campaign for the Academic Boycott of Israel

Gaza BDS Working Group

One Democratic State Group

 

*Per leggere l’articolo originale, pubblicato su Electronic Intifada, clicca qui. La traduzione è a cura di Cecilia Dalla Negra.

 

July 15, 2014di: Electronic IntifadaIsraele,Palestina,Articoli Correlati: 

Redazione

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