di Meri Calvelli (da Ramallah)
Forse avrà capito che è stato fatto davvero molto poco in questo periodo per il popolo palestinese, forse si è veramente stancato di ripetere sempre le stesse cose inascoltate e forse sarà una delle ultime mosse del presidente Abbas, ma ieri il suo discorso e la determinazione a non ritirare la richiesta all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha toccato la coscenza di tanti, sfiduciati e assopiti.
La piazza zeppa di gente a Ramallah è rimasta in silenzio ad ascoltare, esplodendo in festa alla fine del lungo intervento. Tutti i palestinesi, anche i più scettici, anche quelli che fino al giorno prima nemmeno rispondevano su questo argomento, hanno dovuto ammettere l’opportunità del gesto e di quelle parole che hanno incluso tutti e hanno riportato l’attenzione di questo conflitto alla comunità internazionale.
Con grande mediazione ha concesso, ancora una volta, l’opportunità all’occupante di trovare una soluzione per una convivenza pacifica nella terra di Palestina. Adesso è tutto in mano a chi vuole recepire il messaggio e ha veramente interesse a fermare la guerra che non appartiene al popolo
di questa terra.
Chi non ci sta, a questo punto, dovrà ammettere chiaramente che non vuole nessuna giustizia e convivenza e continua con crudeltà e ostinazione nell’uso della forza per spezzare le speranze di una
giusta pace.
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