Lo scorso 3 ottobre, a poche miglia da Lampedusa, 368 donne, uomini e bambini hanno perso la vita per raggiungere l’Europa. A pochi giorni di distanza, altre centinaia di persone provenienti dalla Siria sono state inghiottite dal mare. Sono solo alcune tra le migliaia di vittime causate dalle frontiere europee: circa ventimila negli ultimi venticinque anni.
Isola di Lampedusa – Meeting Mediterraneo. Il programma, la convocazione e le informazioni
Lo scorso 3 ottobre, a poche miglia dall’isola di Lampedusa, 368 donne, uomini e bambini hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa. A pochi giorni di distanza, nelle stesse acque, altre centinaia di persone provenienti dalla Siria sono state inghiottite dal mare.
Sono solo alcune tra le migliaia di vittime causate dalle frontiere europee: circa ventimila negli ultimi venticinque anni.
L’Unione Europea però, nonostante la crisi, non smette di investire miliardi di euro nella militarizzazione dei confini: a Lampedusa come a Melilla, con il muro di Evros, o con i pattugliamenti di Frontex, fino al cuore del deserto libico, dove l’Unione ha esternalizzato i suoi dispositivi di controllo.
Ma le frontiere dell’Europa non producono solo morti.
I confini hanno effetti devastanti sulla vita di chi li attraversa e su quella di tutti noi.
Le frontiere, come le leggi che le affermano, creano gerarchie tra chi ha un passaporto degli Stati dell’Unione e chi invece non è cittadino europeo, condizionano la stessa mobilità dei cittadini comunitari, selezionano tra migranti “economici” e “profughi”, separano “vecchi” e “nuovi” poveri, producono sfruttamento e ricatti, impoveriscono i diritti di tutti proprio attraverso i dispositivi di controllo messi in campo nei confronti di chi raggiunge l’Europa, si intrecciano alle politiche dell’austerity rivelando le cause di un’ingiustizia globale ormai cronica e strutturale.
Tutto ciò a fronte di un radicale svuotamento delle istituzioni democratiche, di un continuo utilizzo prevaricante della legge, di un permanente tradimento dei principi di universalità e inalienabilità su cui si fondano i diritti.
Per questo vogliamo riscrivere la geografia dell’Europa e con essa la mappa dei nostri diritti.
Dal 31 gennaio al 2 febbraio 2014 ci ritroveremo sull’isola per scrivere LA CARTA DI LAMPEDUSA: per contrapporre a questo stato di cose un altro diritto, scritto dal basso.
Un diritto alla vita che metta al primo posto le persone, la loro dignità, i loro desideri e le loro speranze, un diritto che nessuna istituzione oggi riesce a garantire, un diritto da difendere e conquistare, un diritto di tutti e per tutti.
Un diritto che nasce dalle rivendicazioni dei rifugiati accampati nelle piazze, dalle voci di donne e uomini che chiedono la libertà di muoversi o di restare dove hanno scelto di vivere, dalle mobilitazioni contro le espulsioni ed i respingimenti, dalle occupazioni delle case vuote mentre milioni di persone non hanno più un tetto.
E ancora, dalle lotte per il reddito, dalla dignità nel lavoro e contro lo schiavismo del caporalato, dalle iniziative di solidarietà e dalle pratiche di mutuo soccorso e cooperazione, dalla forzatura dei dispositivi giuridici dati, dai percorsi di contrasto alle discriminazioni ed al razzismo, dalle battaglie contro i centri di detenzione e confinamento e per dare corpo a nuovi diritti di cittadinanza più estesi e plurali, che cancellino ogni presupposto escludente che ha caratterizzato questo istituto negli ultimi decenni.
Decine di movimenti e associazioni, reti ed organizzazioni, europee e nordafricane, stanno lavorando insieme per incontrarsi a Lampedusa e cominciare da lì a riscrivere la storia dello spazio Mediterraneo e oltre, iniziando dal rovesciamento dell’immagine di Lampedusa spettacolarizzata come isola-confine.
Scriviamo insieme LA CARTA DI LAMPEDUSA.
Un patto costituente tra molti e diversi, un processo collettivo, uno spazio comune che sarà responsabilità di ognuno preservare, ciascuno con le sue pratiche e le sue modalità, un’occasione per iniziare a capire collettivamente come costruire una geografia del cambiamento che vada oltre i confini imposti dall’Europa per trasformare questo manifesto in realtà.
Tutto l’evento potrà essere seguito in diretta straming su www.meltingpot.org
Programma
Venerdì 31 gennaio 2014
ore 14.00
Accoglienza in Aeroporto
ore 17.00
da Lampedusa all’Europa
Incontro con Giusi Nicolini, Sindaco di Lampedusa. Per conoscere la realtà dell’isola, le voci dei suoi abitanti, la vita di un luogo condannato dalle politiche europee a vivere una vita di frontiera.
Le voci dei partecipanti arrivati dai paesi europei e nordafricani
Sabato 1 febbraio 2014
ore 9.00
Discussione e stesura della Carta di Lampedusa
A partire dal lavoro iniziato sul docuwiki lacartadilampedusa.org (per accedere all’area di scrittura chiedi la password a info@lacartadilampedusa.org
ore 11.30
Coffee Break
ore 11.45
Continuazione dei lavori
ore 14.30
Pausa pranzo e lavori di riscrittura della Carta di Lampedusa a partire dal dibattito della mattina
ore 17.00
Presentazione del documento finale e approvazione dell’assemblea
Domenica 2 febbraio 2014
ore 9.00
Assemblea plenaria
Discussione di agenda e mobilitazioni comuni europee, in cui mettere in rete e condividere campagne, scadenze e iniziative.
Strumenti e info
Per contribuire all’elaborazione della Carta di Lampedusa vai al docuwiki lacartadilampedusa.org
Per info sull’evento, per iscriversi alla mailing list, per informazioni su voli e alloggi
Website: lacartadilampedusa.org
Email: info@lacartadilampedusa.org
Per diffondere l’evento
Facebook: La Carta di Lampedusa
Twitter: hastag #cartadilampedusa
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Causale: Carta di Lampedusa
* comunicato originariamente pubblicato sul sito Melting Pot
January 31, 2014di: Melting Pot*Afghanistan,Algeria,Egitto,Iraq,Israele,Libano,Libia,Marocco,Palestina,Siria,Tunisia,Turchia,Articoli Correlati:
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