Libia: non si può incolpare Gheddafi solo perché pensava di essere un bravo ragazzo

Noi lo abbiamo amato. Lo abbiamo odiato. Poi lo abbiamo amato di nuovo. Blair ha sbavato per lui. Poi di nuovo lo abbiamo odiato. E mentre la Clinton sbavava per il suo BlackBerry, noi lo abbiamo odiato ancora di più. Preghiamo tutti che non sia stato assassinato. “Morto a causa di ferite subite durante la cattura?”. Cosa significa?
 

 

di Robert Fisk traduzione a cura di Alessandra Molinari

 

Gheddafi era una combinazione pazzesca di Don Corleone e Donald Duck, e noi che abbiamo dovuto guardare la sua ridicola parata e sentire i suoi discorsi, ci siamo morsi le labbra e abbiamo scritto dei carri armati libici, dei marines e dei missili che probabilmente hanno preso sul serio questa pagliacciata.

I suoi sommozzatori si sono agitati nel caldo per tutta la Green Square, e noi abbiamo dovuto prendere questo scempio per il suo valore nominale e fingere che fosse una minaccia reale per Israele; proprio come Blair ha provato a convincerci (non senza successo) che i patetici tentativi di Gheddafi nel creare “armi di distruzione di massa” erano stati sventati. Tutto ciò in un paese che non sapeva riparare un bagno pubblico.

Così se ne è andato, il colonnello che una volta era beneamato dal ministero degli Esteri (dopo il colpo di stato contro il re Idris -primo re di Libia dal 1951 al 1969, ndr), poi visto come “mani sicure”, e poi odiato per aver inviato armi all’IRA, e ancora amato ecc… Si può biasimare quest’uomo per aver creduto di essere un bravo ragazzo?

Ed è morto così?  Ucciso mentre tentava di resistere? Abbiamo vissuto con la morte di Ceausescu (e quella di sua moglie), perché quindi non con quella di Gheddafi?

Perché il dittatore non avrebbe dovuto morire in questo modo? Domanda interessante. I nostri amici nel Consiglio di transizione nazionale avevano decretato la sua fine? O è stata una morte “naturale”, una morte nelle mani dei suoi nemici, una fine onorabile per un uomo cattivo. Io mi chiedo. Come può l’Occidente essere sollevato che non ci sia stato alcun processo, alcun discorso conclusivo del grande leader, alcuna difesa del suo regime. Nessun processo significa nessun resoconto di detenzione illegale né tortura, e nessun taglio di organi sessuali.

Ma non ricordiamoci di un Gheddafi strisciante. Più di 30 anni fa, sono andato a Tripoli, e ho incontrato l’uomo dell’IRA che aveva inviato il Semtex (esplosivo al plastico di brevetto cecoslovacco ndr) in Irlanda e protetto i cittadini irlandesi in Libia. E i libici erano piuttosto contenti che avrei dovuto incontrarli. E perché no? Questo era un periodo in cui Gheddafi era considerato il leader del Terzo Mondo. Ci eravamo abituati ai metodi del suo regime. Ci eravamo abituati alla sua crudeltà. Convivevamo con essa, ci sembrava addirittura “normale”. Dunque era importante concludere la documentazione della sua malvagità per nostro conto.

Infatti, la fine di qualunque prova giuridica delle torture commesse con cura (naturalmente) dal regime di Gheddafi e per conto del governo britannico, dovrebbe essere cosa positiva, no? La donna inglese che conosceva tutto della tortura – non la nomino, ma io lo conosco il suo nome, così mi assicuro che non si comporti male un’altra volta – sarà al sicuro da azioni penali (che non dovrebbe essere)? E tutti noi faremo festa insieme ai compagni di Gheddafi all’indomani della sua morte?

Forse. Ma non dimentichiamoci il passato. Gheddafi ha ricordato il ruolo del colonialismo italiano in Libia, lo schifoso ruolo italiano durante il quale ogni libico doveva comminare nei bassi fondi rispetto all’uomo italiano, quando gli eroi della Libia sono stati impiccati in pubblico, quando la libertà della Libia fu guardata come “atto di terrorismo”.

Gli uomini del petrolio e i ragazzi e le ragazze del FMI stanno per essere trattati non meglio che la stessa servitù. I libici sono persone intelligenti. Gheddafi lo sapeva; anche se, fatalmente, ha pensato di essere lui stesso più intelligente. L’idea che queste persone tribali verranno all’improvviso “globalizzate” e diventeranno diverse è ridicola.  

Gheddafi era uno di quei potentati arabi per il quale il soprannome “pazzo” si adattava bene, che ancora parlava una sorta di sanità mentale. Lui non credeva nella “Palestina” perché riteneva che Israele avesse già rubato troppe terre arabe (corretto) e non credeva nel mondo arabo – da qui le sue credenze tribali. Era, di fatto, una persona molto strana.

Noi dovremmo aspettare di scoprire come Gheddafi sia realmente morto. E’ stato assassinato? Stava “resistendo” (una buona cosa tribale da fare)? Non preoccupiamoci – la Clinton sarà felice di sapere che è stato “ucciso”.
 

photo by Rogimmi

October 21, 2011

 

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